La sua tecnica

PER GLI AMANTI DELLA TECNICA:

LE CARATTERISTICHE DELLO STILE JALA JALA

 

IL TROPICANA 
RAFAEL ZAYAS 
Carnevale a Cajamarca 
Carnevale a Santiago 
Anaisa e Rafael 
Domingo Pau 

Papito è stato il creatore e l’ispiratore di un nuovo stile ma solo lui riusciva ad avere una carica ed una sua tecnica inimitabili ricche di sabor: per questo si parla di uno stile “Papito Jala Jala”; molte caratteristiche di questo stile sono poi state elaborate dalla creatività dei suoi migliori ballerini e per questo si parla di uno stile “Jala Jala”.

La base dello stile Jala Jala è sicuramente la salsa portoricana più tradizionale (in linea e ballata sul secondo tempo musicale tecnicamente detto “on two”) caratterizzata soprattutto per il suo passo basico ( tipiche e famosissime le sequenze basiche di Papito”) che procurano al ballo un movimento  corporeo molto particolare; questo basico viene eseguito “en controtiempo” e viene caratterizzato da quello che i portoricani definiscono “empluje” cioè impulso: è un movimento diverso dal classico avanti e indietro ma, partendo dal posto con una particolare spinta, si va prima indietro e poi avanti  enfatizzando le pause con giochi di bacino o di spalle che di solito sottolineano con un movimento di chachacha  i tempi 4-5 e 7-8.

Lo stile dell’ uomo è molto elegante ma per nulla lezioso e solo apparentemente composto: i ballerini fanno del loro movimento corporeo e del loro essere “macho” la carta vincente del ballo senza dover ricorre ad effetti speciali con figure  particolarmente  difficili. L’atteggiamento grintoso, caldo e virile di questi uomini esalta ancora di più la femminilità delle ballerine flessibili come gazzelle ma sempre padrone di un’ incredibile gestualità e che utilizzano perfettamente a ritmo non solo le mani ma ogni parte del corpo: esse, pur sembrando quasi un po’ aggressive, esprimono molta sensualità e femminilità  quasi provocando e sfidando il compagno ma senza essere volgari.

Uno dei passi più famosi è la “media cajita”, una variante del basico che finisce però in diagonale. Caratteristici dello stile Jala Jala sono i classici pasitos e i passi incrociati, “cruza cruza”, eseguiti in particolare dalle donne che li alternano a dei passi mambo a dei piccoli calci (kick) o piccole spaccate (slide).  

Parlando dell’ insegnamento del suo stile Papito diceva. “ Io ai miei allievi faccio fare ad ogni lezione cinquecento basici perché il segreto del mio stile sta proprio nel basico e nella postura”. Papito dava molta importanza al portamento e alla postura: solo eseguendo continuamente il passo base gli allievi potevano correggere i loro errori di impostazione e assimilare il magico swing del maestro. La postura inoltre non doveva essere rigida bensì sempre flessibile per modificarsi secondo il passo o la figura da eseguire; per mettere in pratica la sua idea di postura, Papito aveva creato una sequenza di passi individuali (sequenza basica Papito Jala Jala) che faceva eseguire ai suoi allievi per almeno tre mesi per poi passare al ballo di coppia solo in un secondo tempo. Su quella sequenza si concentrava tutto il lavoro e l’energia dei ballerini che sviluppavano sino alla perfezione il senso ritmico ed imparavano ad esternare con compostezza il loro innato sabor. Papito basava quindi il suo stile sullo swing, sull’ impostazione stilistica e sull’ esternazione del sabor: poco importavano le figure straordinarie, i giri complicati e spettacolari ed il suo era un repertorio sicuramente molto più limitato rispetto a quello dei grandi maestri di New York. Infatti i ballerini che uscivano dalla sua accademia acquisivano un senso ritmico ed un’espressività dal sabor incredibili ma poca dimestichezza con le figure; gli allievi però accettavano questo tipo di insegnamento perché capivano che nel ballo era importante sapersi muovere bene a ritmo, con sabor ed eleganza nello stesso tempo.

Le tre caratteristiche fondamentali dello stile Jala Jala che i ballerini dovevano necessariamente acquisire erano: il controllo del movimento, la compressione e la definizione del movimento.

Prima di tutto i ballerini dovevano controllare i propri movimenti e non ballare così come viene (“a lo loco” come diceva Papito): essi non dovevano agitarsi forsennatamente per dare sabor al ballo ma dovevano controllare i propri gesti sapendo esattamente che cosa volevano fare  e che effetto volevano ottenere con quel passo o movimento. Ad esempio il movimento delle mani delle ballerine di Papito è molto particolare: è un movimento ritmico ben preciso con un inizio e una fine per niente casuali.

Alla base di tutti i balli di origine afrocubana c’è un rapporto forte e particolare con tutti gli elementi della natura e specialmente con la terra perché molti movimenti sono simbolici e vanno dall’ alto verso il basso cioè verso la terra: per questo i ballerini dovevano essere molto leggeri nella parte superiore del corpo e molto compressi in quella inferiore; la compressione è indispensabile per sentirsi ben saldi con il suolo e fa sì che scarichiamo verso terra tutta la nostra energia.

La definizione è la conseguenza del controllo e della compressione: i ballerini non si limitano ad abbozzare il movimento ma lo eseguono con perfetta padronanza e massima precisione, con definizione appunto.

Così è nato lo stile che ha reso famoso il suo creatore Papito e che ha caratterizzato i suoi allievi che lo hanno diffuso  tenendo alta la migliore bandiera di Porto Rico: quello stile che ha affascinato e che continua ad affascinare molti salseri in tutto il mondo.

3 giugno 2007
By Giovanna Carità

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