La base dello stile Jala Jala è
sicuramente la salsa portoricana più tradizionale (in linea e ballata sul
secondo tempo musicale tecnicamente detto “on two”) caratterizzata soprattutto
per il suo passo basico ( tipiche e famosissime le sequenze basiche di Papito”)
che procurano al ballo un movimento corporeo molto particolare; questo basico
viene eseguito “en controtiempo” e viene caratterizzato da quello che i
portoricani definiscono “empluje” cioè impulso: è un movimento diverso dal
classico avanti e indietro ma, partendo dal posto con una particolare spinta,
si va prima indietro e poi avanti
enfatizzando le pause con giochi di bacino o di spalle che di solito
sottolineano con un movimento di chachacha
i tempi 4-5 e 7-8.
Lo stile dell’ uomo è molto elegante ma
per nulla lezioso e solo apparentemente composto: i ballerini fanno del loro
movimento corporeo e del loro essere “macho” la carta vincente del ballo senza
dover ricorre ad effetti speciali con figure particolarmente difficili. L’atteggiamento grintoso, caldo e
virile di questi uomini esalta ancora di più la femminilità delle ballerine flessibili
come gazzelle ma sempre padrone di un’ incredibile gestualità e che utilizzano
perfettamente a ritmo non solo le mani ma ogni parte del corpo: esse, pur
sembrando quasi un po’ aggressive, esprimono molta sensualità e
femminilità quasi provocando e sfidando
il compagno ma senza essere volgari.
Uno dei passi più famosi è la “media
cajita”, una variante del basico che finisce però in diagonale. Caratteristici
dello stile Jala Jala sono i classici pasitos e i passi incrociati, “cruza
cruza”, eseguiti in particolare dalle donne che li alternano a dei passi mambo
a dei piccoli calci (kick) o piccole spaccate (slide).
Parlando dell’ insegnamento del suo stile
Papito diceva. “ Io ai miei allievi faccio fare ad ogni lezione cinquecento
basici perché il segreto del mio stile sta proprio nel basico e nella postura”.
Papito dava molta importanza al portamento e alla postura: solo eseguendo
continuamente il passo base gli allievi potevano correggere i loro errori di
impostazione e assimilare il magico swing del maestro. La postura inoltre non
doveva essere rigida bensì sempre flessibile per modificarsi secondo il passo o
la figura da eseguire; per mettere in pratica la sua idea di postura, Papito
aveva creato una sequenza di passi individuali (sequenza basica Papito Jala
Jala) che faceva eseguire ai suoi allievi per almeno tre mesi per poi passare
al ballo di coppia solo in un secondo tempo. Su quella sequenza si concentrava
tutto il lavoro e l’energia dei ballerini che sviluppavano sino alla perfezione
il senso ritmico ed imparavano ad esternare con compostezza il loro innato
sabor. Papito basava quindi il suo stile sullo swing, sull’ impostazione stilistica
e sull’ esternazione del sabor: poco importavano le figure straordinarie, i
giri complicati e spettacolari ed il suo era un repertorio sicuramente molto
più limitato rispetto a quello dei grandi maestri di New York. Infatti i
ballerini che uscivano dalla sua accademia acquisivano un senso ritmico ed
un’espressività dal sabor incredibili ma poca dimestichezza con le figure; gli
allievi però accettavano questo tipo di insegnamento perché capivano che nel
ballo era importante sapersi muovere bene a ritmo, con sabor ed eleganza nello
stesso tempo.
Le tre caratteristiche fondamentali dello
stile Jala Jala che i ballerini dovevano necessariamente acquisire erano: il
controllo del movimento, la compressione e la definizione del movimento.
Prima di tutto i ballerini dovevano controllare
i propri movimenti e non ballare così come viene (“a lo loco” come diceva
Papito): essi non dovevano agitarsi forsennatamente per dare sabor al ballo ma
dovevano controllare i propri gesti sapendo esattamente che cosa volevano
fare e che effetto volevano ottenere con
quel passo o movimento. Ad esempio il movimento delle mani delle ballerine di
Papito è molto particolare: è un movimento ritmico ben preciso con un inizio e
una fine per niente casuali.
Alla base di tutti i balli di origine
afrocubana c’è un rapporto forte e particolare con tutti gli elementi della
natura e specialmente con la terra perché molti movimenti sono simbolici e
vanno dall’ alto verso il basso cioè verso la terra: per questo i ballerini
dovevano essere molto leggeri nella parte superiore del corpo e molto compressi
in quella inferiore; la compressione è indispensabile per sentirsi ben saldi
con il suolo e fa sì che scarichiamo verso terra tutta la nostra energia.
La definizione è la conseguenza del
controllo e della compressione: i ballerini non si limitano ad abbozzare il
movimento ma lo eseguono con perfetta padronanza e massima precisione, con definizione
appunto.
Così è nato lo stile che ha reso famoso il suo creatore Papito e che ha
caratterizzato i suoi allievi che lo hanno diffuso tenendo alta la migliore bandiera di Porto
Rico: quello stile che ha affascinato e che continua ad affascinare molti
salseri in tutto il mondo.
3 giugno 2007 By Giovanna Carità
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