L’impronta
dello stile “Jala Jala è stata notevolissima non solo a Porto Rico e in
America, ma anche in Europa e in Italia dove molti maestri che attualmente
insegnano (tra i quali il bravissimo Enzo Conte) sono stati allievi di Papito:
oggi i suoi insegnamenti continuano ad essere un punto di riferimento stilistico
per tutti gli amanti della salsa ma sino ad oggi nessun ballerino di salsa
portoricana è capace a ballare come lui non tanto per le sue qualità tecniche
ma per le sue tipiche movenze, la sua carica e la sua capacità di interpretare la musica; per niente
rispondente ai canoni classici del ballerino (era molto robusto), sempre
vestito di bianco e molto carismatico (era “Santero”), solo lui riusciva a
lasciarsi andare al ritmo della musica e a ballare quasi in trance alla magia dei tamburi.
Era
l’estate del 1996 quando iniziai ad avvicinarmi al ballo della salsa e fu
proprio in quell’anno che “Papito Jala Jala” e gli “Jala Jala Dancers” vennero
in turnèe in Europa; nel ’98 Papito e due bravissime ballerine si esibirono in
uno spettacolo a Genova ed io, ballerina
pressochè principiante di salsa, vidi per la prima volta ballare “sul due” la
salsa di Portorico in maniera del tutto
magistrale e particolarissima. Durante la serata avevo notato a bordo pista un
“omone” che eseguiva una serie di passi con sorprendente senso ritmico, con uno
swing particolare, con tecnica e naturalezza al tempo stesso: secondo me era la
perfezione del movimento che si fondeva con il sabor caraibico, la tecnica che
si univa alla spontaneità del ballo. Il risultato di questa miscela creava un
effetto sensazionale ed io ne rimasi
talmente affascinata che capii che quello era lo stile che più mi piaceva in
assoluto, che avrei cercato “umilmente di imitare ” e di fare mio studiando con
i maestri che si ispiravano al suo stile. Quando vidi ballare Papito e le sue
ballerine rimasi incantata dalla raffinatezza e dall’armonia dei movimenti che
sfociavano in uno stile di salsa molto sabrosa e elegante al tempo stesso:
Papito con le sue inimitabili movenze, nel suo ruolo maschile composto ma deciso
ed intrigante, esaltava la sensualità delle donne affascinanti ed ammalianti come sirene; l’eleganza e
l’apparente compostezza si sposavano perfettamente con i movimenti degli
antenati africani dando al ballo quel “sabor” tipicamente caraibico.
E’ cosi che sono stata contagiata ed ammaliata dallo stile di un grande
maestro di salsa portoricana che rimarrà per sempre nei ricordi dei salseri di
tutto il mondo.
3 giugno 2007 By Giovanna Carità
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