Papito Jala Jala

    Miguel Matos Chevere,

    in arte il grande “Papito Jala Jala”

              

    Italo Calvino 
    Jose Martì 
    Papito Jala Jala 
    Passione Salsa 
    Crociera 2008 

     

    “PAPITO”, UN GRANDE ARTISTA

    Chi ha avuto modo di ammirare le esibizioni di questo ballerino si ricorderà sicuramente di aver visto un vero fuoriclasse della salsa, unico ed inimitabile nel suo stile, un artista dal talento straordinario che è riuscito a diffondere una salsa veramente elegante, sabrosa e accattivante (“Disfruta…..con elegancia y sabor”).

    L’impronta dello stile “Jala Jala è stata notevolissima non solo a Porto Rico e in America, ma anche in Europa e in Italia dove molti maestri che attualmente insegnano (tra i quali il bravissimo Enzo Conte) sono stati allievi di Papito: oggi i suoi insegnamenti continuano ad essere un punto di riferimento stilistico per tutti gli amanti della salsa ma sino ad oggi nessun ballerino di salsa portoricana è capace a ballare come lui non tanto per le sue qualità tecniche ma per le sue tipiche movenze, la sua carica e la sua capacità  di interpretare la musica; per niente rispondente ai canoni classici del ballerino (era molto robusto), sempre vestito di bianco e molto carismatico (era “Santero”), solo lui riusciva a lasciarsi andare al ritmo della musica e a ballare quasi in trance alla magia dei tamburi.

    Era l’estate del 1996 quando iniziai ad avvicinarmi al ballo della salsa e fu proprio in quell’anno che “Papito Jala Jala” e gli “Jala Jala Dancers” vennero in turnèe in Europa; nel ’98 Papito e due bravissime ballerine si esibirono in uno spettacolo  a Genova ed io, ballerina pressochè principiante di salsa, vidi per la prima volta ballare “sul due” la salsa  di Portorico in maniera del tutto magistrale e particolarissima. Durante la serata avevo notato a bordo pista un “omone” che eseguiva una serie di passi con sorprendente senso ritmico, con uno swing particolare, con tecnica e naturalezza al tempo stesso: secondo me era la perfezione del movimento che si fondeva con il sabor caraibico, la tecnica che si univa alla spontaneità del ballo. Il risultato di questa miscela creava un effetto sensazionale ed io  ne rimasi talmente affascinata che capii che quello era lo stile che più mi piaceva in assoluto, che avrei cercato “umilmente di imitare ” e di fare mio studiando con i maestri che si ispiravano al suo stile. Quando vidi ballare Papito e le sue ballerine rimasi incantata dalla raffinatezza e dall’armonia dei movimenti che sfociavano in uno stile di salsa molto sabrosa e elegante al tempo stesso: Papito con le sue inimitabili movenze, nel suo ruolo maschile composto ma deciso ed intrigante, esaltava la sensualità delle donne affascinanti ed  ammalianti come sirene; l’eleganza e l’apparente compostezza si sposavano perfettamente con i movimenti degli antenati africani dando al ballo quel “sabor” tipicamente caraibico.

    E’ cosi che sono stata contagiata ed ammaliata dallo stile di un grande maestro di salsa portoricana che rimarrà per sempre nei ricordi dei salseri di tutto il mondo.

    3 giugno 2007
    By Giovanna Carità

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