Perfetto! Tutti i timori degli
entusiasti croceristi sono fugati da questa notizia che conferma la regolare
partenza della nave nonostante le avverse condizioni meteorologiche e i preoccupanti
avvisi sulla chiusura del porto di Genova; alle 19.00 siamo tutti presenti all’appello
e pronti a partire pieni di carica positiva, compresi il febbricitante Mario,
la claudicante Dorella e la
Lella già munita di cerotti e braccialetti
contro il mal di mare.
Purtroppo alle 21.00 siamo
ancora seduti in sala d’attesa aspettando l’annuncio dell’imbarco previsto alle ore 21.30: la nave è arrivata tardi a causa del
maltempo, ma la nostra allegra
combriccola non si spazientisce ed inganna l’attesa gustando focaccia e pizza
offerte da nostro grande fornaio “de Utri” Giovanni; ovviamente qualcuno ha
anche pensato al vino! Verso le 21.30 ci avviamo pazientemente in fila verso la
passerella che porta alla nave ma ancora una volta ci attende una buona
mezz’ora di coda per i rallentamenti dello sbarco dei veicoli; nonostante la
lunga attesa riusciamo comunque a sdrammatizzare e a scherzare assieme a tutti
i viaggiatori accomunati dall’avversa sorte mentre ascoltiamo le indicazioni
sull’imbarco ormai imminente.
E finalmente… Pronti, posti, via! Al
segnale dell’ufficiale siamo tutti pronti a scattare per la corsa verso il
traguardo tanto agognato: gli addetti all’imbarco ci osservano simpaticamente
divertiti e partecipano al nostro gioco invitandoci a correre più veloce per
arrivare prima di altri gruppi verso il piccolo ingresso della nave. Sono quasi
le 23.00 quando ci ritroviamo tutti al ristorante; la nave è ancora in porto e
siamo notevolmente in ritardo sulla partenza, ma, per momento, non ci pensiamo perché
siamo tutti quanti intenti a scegliere le portate per la cena. Verso mezzanotte
ci accorgiamo che la
Splendid sta mollando gli ormeggi … finalmente si
parte: sul ponte della nave guardiamo le luci della costa che si allontanano
piano piano. E’ sempre emozionante ed affascinante osservare lo spettacolo
della terra che si allontana mentre si prende il mare aperto sotto la volta del
cielo; approfitto dell’attimo di tranquillità e mi allontano da sola per assaporare
in assoluto silenzio questo momento: attorno a me solo il cielo, il mare ed i
suoi rumori ed ancora una volta rimango rapita dalla loro straordinaria bellezza.
In viaggio per Barcellona. Le previsioni sulle
condizioni del mare non sono tra migliori ma non ci colgono impreparati e ci
rechiamo verso il salone dove si balla (in tutti i sensi) noncuranti del lieve
dondolio della nave; salsa, merengue, bachata e divertimento sino a tarda
notte, poi a riposare perché il mattino seguente ci attendono gli stages con i
maestri di ballo tra i quali ci sono due grandi artisti: il nostro maestro
Rafael Zayas e Francisco Vasquez, uno
dei più famosi ballerini del panorama caraibico e inventore del Los Angeles
Style. Il mare è agitato, ma fortunatamente nessuno sta male: è solo un po’ più
difficile mantenere l’equilibrio mentre si danza, ma è anche più divertente;
purtroppo le condizioni del mare non permettono di recuperare il ritardo
accumulato e apprendiamo che l’arrivo a Barcellona è previsto per le 20.00
anziché le 16.00. Per noi non è un problema ingannare l’attesa: siamo in
piacevole compagnia, chiacchieriamo, balliamo e Marco improvvisa il divertente
stage di Rueda de Casino. Barcellona,
la capitale catalana dalla vita notturna animata, città antica e moderna al
tempo stesso dove le maggiori rappresentazioni del gotico catalano si
affiancano alle spettacolari espressioni del modernismo, ci sta aspettando.
Arrivati a terra ci apprestiamo ad effettuare il tour by-night purtroppo notevolmente
ridotto (un po’ deludente e non per colpa nostra, il tempo non è stato d’aiuto
ma anche l’organizzazione del tour non è stata ottima): un breve tragitto in
pullman lungo la vivace Rambla che fiancheggia il porto ed i suoi
frequentatissimi locali ci conduce al ristorante dove assaporiamo un’ottima e
gustosa cena catalana a base di paella, pesce e sangria. Il nostro gruppo è
veramente numeroso, il vino e la sangria contribuiscono ad aumentare l’allegria
che certo non manca, il divertimento continua tra battute scherzose ed
innumerevoli brindisi. Seduti accanto ai nostri tavoli alcuni turisti stranieri
dai tratti tipicamente nordici ci osservano impettiti con aria di sufficienza:
“Staranno pensando che siamo i soliti Italiani casinisti” mi ritrovo a
commentare assieme ai “primi ballerini” Gianfranco e Stefania e ai simpatici
Bruno e Patrizia “forse non capiscono che ci stiamo divertendo veramente
tanto!” Il travolgente ed instancabile duo Mario-Andrea tiene banco (ma le
“spalle” non mancano) e, ricordandosi che è l’8 marzo, chiudono la cena in
bellezza regalando rose rosse a tutte le donne del gruppo. Ripartiamo ancora
più allegri, forse anche un po’ “brilli” e sempre più indisciplinati. La guida
ci comunica alcune notizie su Barcellona e la basilica che ci apprestiamo a
visitare: la “Segrada Famiglia” fu iniziata nel 1884 dal grande Antoni Gaudì
(definito dai Barcellonesi “l’architetto di Dio”) che si dedicò alla
progettazione di questa grande opera sino alla sua morte nel 1926. Ancora oggi
gli architetti stanno portando avanti il progetto di Gaudì, ma sono appena al
55% della realizzazione di tutta la maestosa opera; l’elaborazione di forme
straordinarie, l’imponenza e la grandezza di questo capolavoro architettonico
sono veramente affascinanti e, anche se in poco tempo e nel buio della notte
catalana, siamo riusciti a percepire un
assaggio del grande genio di Gaudì. Sicuramente Barcellona, senza il genio di Gaudì,
non sarebbe Barcellona e continuando il giro in pullman lungo il Passeig de
Gracia ammiriamo la stupenda Casa Batllò, priva di qualsiasi spigolo o linea
retta come le onde del mare, la facciata dalle maioliche con effetto
luminescente e il tetto a forma di drago squamoso di ceramiche brillanti e
luminose. Poco più avanti vediamo la sintesi del modernismo catalano e del
genio di Gaudì: Casa Milà, detta anche “La Pedrera”
perché interamente costruita con pietre naturali, dalla facciata ondulata e i
balconi di ferro battuto (alcuni hanno il pavimento trasparente di vetro
armato), i camini surrealistici che sembrano tante sculture. E’ già tardi e a
breve dobbiamo rientrare sulla nave: ma come possiamo tornare a casa senza aver
passeggiato lungo la strada pedonale più lunga e famosa del mondo?(Las Ramblas
sono un insieme di 5 viali per una lunghezza totale di 1.180 km).
Scendiamo quindi dal pullman per percorrere a piedi la “Rambla Santa Monica”,
l’ultimo e più ampio tratto della Rambla che si apre verso il mare e che
termina al porto antico. La guida ci suggerisce di bere l’acqua di una
particolare fontana perché chi beve la sua acqua rimarrà tanto innamorato di
Barcellona da tornare ancora; io non ho mai bevuto quell’acqua ma sono stata a
Barcellona ben quattro volte e sarei
pronta a ripartire subito: come non rimanere affascinati dalla bellezza di
questa città con le opere architettoniche di Gaudì, dalle statue viventi e
dagli artisti che si esibiscono sulle Ramblas vivaci e sorprendenti ad ogni ora
del giorno e della notte, dalla lunga spiaggia della Barcelloneta, dalla vista
del Montijuc, dalle chiese, dai palazzi, dai locali e da tutto ciò che rende
questa città così unica e speciale?
Rosalma, Paola, Giovanni ed
Agnese concordano e mi dicono che ritorneranno con più calma a visitare questa
meravigliosa città. Vediamo in fondo alla Rambla la statua di Cristoforo
Colombo che con il dito puntato indica il mare: ebbene sì, è giunto purtroppo
il momento di rientrare a bordo, già con un po’ di nostalgia di Barcellona e
sicuramente con la voglia di tornare; il tempo a disposizione è stato poco ma
sufficiente per comprenderne la grandezza e rimanerne affascinati. Ansiosi di
perdere la nave e un po’ stanchi, attendiamo il pullman ai piedi della statua
di Colombo; è l'1.30 di notte ma la notte è ancora giovane e molti si recano
nuovamente in sala feste per ballare fino all’alba: sono quasi le quattro del
mattino e “qualcuno” è ancora intento a “socializzare” al bar, qualcun altro
“vaga” in pigiama per i corridoi della nave, Giancarlo…non so…E’ mattino e alle
11.30 ci attende lo stage di rumba e gestualità molto apprezzato dal pubblico
incuriosito e molto divertito dal “vacunao” della rumba cubana del maestro
Rafael. Nel pomeriggio Francisco Vasquez dà una prova della sua maestria come
ballerino ed insegnante: nonostante la febbre, con molta semplicità e con il
suo simpatico intercalare“paparrì”(per dire affettuosamente “amico,
fratello”,“paparrì no es difìcil”, “paparrì se puede”), riesce ad insegnare una
figura di salsa il cui nome "desmadre”(cioè un rompicapo che fa quasi
impazzire) dice tutto. Anche Rafael partecipa divertito alla lezione del
collega: Francisco lo ringrazia per la sua presenza alla lezione perché è bello “compartir la clase” con gl’altri
insegnanti e ricambia a sua volta partecipando al nostro stage di rueda che
chiude il programma delle lezioni. La crociera è quasi giunta al termine ed i
maestri di ballo improvvisano un’animazione di gruppo per salutare tutti i
partecipanti. Questa volta il mare calmo ci ha consentito di viaggiare
perfettamente in orario, la valigia è già pronta ed ecco che scorgiamo in
lontananza le luci di Genova che ci attende sotto la pioggia. Il week-end è
letteralmente volato via in un baleno e non posso far altro che ringraziare
ancora tutti voi della piacevole compagnia; al prossimo viaggio quindi!
Giovanna
19 aprile 2007 By Giovanna Carità
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